Finalmente arriva un chiarimento circa una delle notizie più controverse, in ambito salute, degli ultimi mesi. Ovvero, gli integratori a base di curcuma fanno davvero male o no? I casi di epatite che sono insorti dopo l’assunzione di determinati integratori con la curcuma non hanno alcun legame con una contaminazione da parte di quest’ultimo prodotto.
Al giorno d’oggi, non è semplice seguire sempre una dieta bilanciata ed ecco spiegato il motivo per cui, in tanti casi, si fa ricorso a degli integratori specifici. In alcuni casi si utilizzano delle app per trovare dei consigli utili: la tecnologia è entrata prepotentemente nella nostra quotidianità, anche in altri campi, come ad esempio il gioco d’azzardo. Il gioco della roulette gratis online, ad esempio, è uno di quelli che è cresciuto maggiormente anche dopo l’introduzione della modalità di gioco live, che consente di vivere quasi la stessa esperienza che in un casino reale.
I casi di epatite in Italia e il legame con gli integratori a base di curcuma
Quindi, tutti i vari casi di epatite non sono correlati a qualche elemento contaminato al loro interno, quanto piuttosto a problematiche al fegato che erano già presenti nei soggetti che sono stati colpiti. Alcune volte si trattava di disturbi latenti e, di conseguenza, che non erano mai stati scoperti fino a quel momento. Di conseguenza, verrà realizzata una specifica etichettatura per tutti questi tipi di integratori.
È questo quanto è stato diffuso da parte del Ministero della Salute, esponendo quello che è stato scoperto dopo aver portato a termine degli approfondimenti grazie ad un gruppo interdisciplinare di esperti e del lavoro congiunto con il Comitato tecnico per la nutrizione e la sanità animale.
Nel corso degli ultimi mesi, entro i confini italiani, sono arrivate numerose segnalazioni di epatite colestatica in seguito alla somministrazione di integratori alimentari al cui interno erano presenti estratti piuttosto che preparati di Curcuma longa. I disturbi sono insorti solamente dopo l’assunzione di dosaggi particolarmente variabili.
Non è colpa degli integratori
Scendendo ancora di più nello specifico, la curcuma veniva spesso e volentieri assunta in compagnia di altri prodotti che avevano come scopo principale quello di favorire l’assorbimento. Gli studi che sono stati portati a termine sui campioni, però, hanno di fatto eliminato ogni possibilità che all’interno di tali integratori a base di curcuma fossero presenti sostanze contaminanti oppure sostanze aggiunte in modo volontario che potessero aver provocato il malfunzionamento dell’attività epatica.
Secondo quanto scoperto dagli esperti, quindi, le colpe sarebbero da attribuire a situazioni di suscettibilità dei singoli pazienti, ma anche alterazioni a livello epatico che già erano presenti, anche in modo latente, sia relative alla funzione epato-biliare che per via del trattamento con determinati farmaci.